Fonte Il Timone n. 107 novembre 2011
Autore card. Giacomo Biffi
Molti negano l'esistenza del diavolo. Invece la Chiesa mette in guardia dall'opera di questo essere terrificante, angelo del male, che odia Dio e l'uomo. Ma che, alla fine, verrà definitivamente sconfitto
A questo mondo esiste il male: un insieme impressionante di ingiustizie, di malvagità, di aberrazioni, di sofferenza (inflitta, subita, occasionale), di insensatezze, di prepotenze, di arroganti stoltezze, che si impone a tutti: credenti e non credenti. Con una differenza: per il non credente (che accetta solo ciò che è terrestre e visibile) è una pura e semplice sconfitta della ragione; il credente può invece mettersi in ascolto della Rivelazione divina, la voce che è risonata dall'alto, nella speranza di capire qualcosa di più.
La Rivelazione antica, già nel suo primo libro, ci parla di un'origine del male antecedente all'uomo; un'origine che è indicata non in una forza cieca e senza volto, ma nell'azione di precisi protagonisti.
L'antica Rivelazione
Il racconto genesiaco ci mostra che il dolore e la colpa scaturiscono sì dalla libera e assurda decisione dei progenitori, ma per istigazione di un altro essere (il «serpente»), che li ha preceduti sulla strada della ribellione a Dio; un essere dotato già di tutte le caratteristiche che la Rivelazione successiva attribuirà al demonio: volontà di tentazione, attitudine di menzogna, desiderio di portare alla morte. L'identificazione esplicita del serpente genesiaco col demonio è fatta dal libro della Sapienza: «Per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo» (Sap 2,24); e dall'Apocalisse: «II grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e
Satana e che seduce tutta la terra ... » (cf Ap 12,9).
Nel seguito della Rivelazione, le profezie di Zaccaria (verso il 520 a.C.) presentano Satana (l'avversario, l'oppositore, il nemico) come un angelo corrotto e cattivo che si compiace di accusare i giusti presso Dio: «Satana era alla sua destra per accusarlo» (Zc 3,1), e nella stessa veste lo si ritrova nel celebre prologo del libro di Giobbe (Gb cc. 1-2). Queste descrizioni servono bene a mettere in luce la malvagità del soggetto, perché nell'opinione degli antichi nulla è ritenuto tanto perfido come la falsa accusa in tribunale contro un innocente. Il diavolo è dunque un angelo che misteriosamente ha scelto di essere cattivo (ribelle al Creatore e ostile al disegno di Dio).
Il demonio
II demonio, che ha colmato di sé per secoli le ansie, le paure, le fantasie della cristianità, oggi gode di poco credito. E non solo non è più un problema per gli uomini ormai senza fede e per una società largamente areligiosa: anche molti cattolici consapevoli pare che non ritengano plausibile la sua esistenza. Diversi teologi, che pur si immaginano di essere ortodossi, sono impegnati in un lavoro di "demitizzazione", dopo il quale del diavolo non si salva nemmeno la coda. Ma perché i credenti (teologi e non teologi) non si rimettono piuttosto al parere del Signore Gesù, l'unico vero maestro, il solo che può dirci con autorità come stanno le cose?
Gesù e il demonio
Gesù non dimentica mai l'esistenza di questo fosco personaggio. La sua missione si apre addirittura con la scena sconcertante del demonio che tenta il Figlio dell'uomo nel deserto e ne viene respinto, quasi a evocazione e con trapposizione della prima infelice tentazione nel giardino di delizie (cf Mt 4,1-11). Il demonio è poi tra i protagonisti della splendida parabola della zizzania, dove c'è forse la più plastica raffigurazione del mistero del male del mondo: «il nemico che l'ha seminata è il diavolo» (Mt 13,39). Da questo incombente nemico Gesù vuole che i suoi discepoli preghino di essere liberati: «Liberaci dal maligno» (Mt 6,13). Il momento della passione è visto da lui come quello del massimo scatenamen-to di questa potenza tenebrosa: «Questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre» (Le 22,53). Da Cristo Satana è chiamato addirittura «principe di questo mondo» (Gv 12,31; 14,30; 16,11), e la missione apostolica è concepita come una lotta per rovesciarlo dal suo trono: «lo vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore» (Lc 10,18).
Il battezzato e il demonio
Nella fedeltà all'unico vero Maestro e alla sua verità, l'uomo rinato nel battesimo non si lascerà fuorviare dai "sapienti" e dagli "intelligenti", che molte volte inclinano a sorridere di questo discorso come se fosse una favola per bambini: egli invece prenderà sul serio l'attiva presenza del demonio nella nostra vicenda individuale e collettiva. Riuscirà così - pensando a questa superiore istigazione - a spiegarsi il permanere del fenomeno eccessivo e disumano della violenza gratuita, degli attentati contro gente incolpevole e indifesa, dell'accanimento contro la vita innocente, dell'idiozia della droga, della corruzione morale universalmente esaltata e propagandata; mali tutti che troppo spesso danno l'impressione di eccedere gli ambiti della "normale" stupidità e della "normale" perfidia dei figli di Adamo. Chi si è posto alla scuola di Cristo ha imparato che il demonio è il più grande nemico della vita umana ed è il re dei falsari: «È omicida fin da principio... e quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (cf Gv 8,44). Perciò non si meraviglia nel vedere il «mondo» - «che tutto giace sotto il potere del maligno» (1 Gv 5,19) - sottoposto a un'incredibile invasione di crudeltà e di calunnie, di corruzione e di faziosità (a danno specialmente dei «piccoli», della predicazione del Vangelo, dell'opera salvifica della Chiesa). E sta in guardia, anche perché la parola di Dio ci ammonisce che Satana, per ottenere le sue sciagurate vittorie, spesso «si maschera da angelo di luce» (cf 2 Cor 11,14); cosa che è largamente comprovata dall'esperienza.
Certo ci sarebbe da sgomentarsi, se non sapessimo che è sempre al lavoro per sostenerci e aiutarci anche Colui che il Signore chiama «lo Spirito di verità», che ci guida «alla verità tutta intera» (cf Gv 16,13). Per merito del Paràclito, gli animi intellettualmente onesti alla fine trovano la strada per arrivare a una fede non inquinata; per merito suo la luce del Vangelo, nonostante le mille bugie ideologiche, continua a risplendere; per merito suo gli apostoli di Cristo non si lasciano intimidire e rendono testimonianza alla verità anche quando devono sfidare le capziosità e le prepotenze dei dominatori di questo mondo.
La sconfitta di Satana
La Rivelazione ci da per fortuna un'altra notizia, felice stavolta e risolutiva: il nostro grande nemico (che dalla Scrittura non è presentato mai come un "Dio del male", ma piuttosto come una creatura pervertita) è destinato a una disfatta totale e irrevocabile.
Secondo l'insegnamento di Gesù, alla fine del mondo il Re dirà ai cattivi: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41). San Paolo scrive ai Romani: «II Dio della pace stritolerà ben presto Satana sotto i vostri piedi» (Rm 16,20). Infine, il libro dell'Apocalisse ci descrive vivacemente l'ultima ribellione e la disfatta conclusiva delle forze demoniache: «E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli» (Ap 20,10). Come si vede, la Bibbia, che si apre con la presentazione del male nella sua origine (Gn 3), si chiude con la descrizione del male nella sua sconfitta; sconfitta che è già in atto in virtù della morte e della risurrezione del Signore, ma che attende di essere compiuta e manifestata quando Cristo verrà «a giudicare i vivi e i morti» e a porre i suoi sigilli a questa vicenda di peccato e di pena che è la storia umana.
Un'intuizione folgorante
Mi piace concludere la nostra riflessione citando un'intuizione folgorante di Leon Bloy. «Il male dì questo mondo ha un'origine angelica e non può essere espresso in una lingua umana» (Le sang du paure, Conclusion).